...e da quando ho ricordi, se dovessi parlarvi di mio nonno, vi direi che era sempre chino sul suo banchetto da lavoro a realizzare gioielli che poi, una volta finiti, ti presentava con un bel sorriso stampato in faccia quasi a dire "questo è ciò che mi rende felice".
Essendo piccolo non lo capivo ancora e lui per tenermi buono tra pinze, lime, martelli e macchinari pericolosi del suo laboratorio mi dava vecchi orologi da smontare, che puntualmente non ero capace a rimontare, rimanendo anche un po' deluso.
Negli anni ho intrapreso un percorso diverso da quello di famiglia, ma al momento della verità mi ci sono ributtato a capofitto. Cercando di trovare quella felicità sommersa tra mille doveri e conoscenze che necessitano il lavoro del Gioielliere e dell'Orafo. Mi sono "sporcato" le mani con oro e argento, fatto tagli sulle dita, bruciature, ho imparato a lucidare, saldare e fondere i metalli, conoscere e riconoscere le pietre preziose, realizzare i miei primi gioielli e sapere come proporli ai miei clienti in base ai loro gusti.
Ho capito mio nonno dopo molto tempo. È successo quando ho visto una ragazza camminare per il corso principale della mia città con indosso una mia collana... sorridevo.